La parola Tatuaggio viene dal polinesiano Tattaw, che vuol dire “incidere, decorare”.
L’origine del termine è dovuto a James Cook nel 1771, di ritorno da uno dei viaggi nei Mari del Sud, oltre a riportare un uomo completamente ricoperto di quegli strani segni, introduceva nei dizionari dell’epoca anche la parola tattoo, per associazione onomatopeica con il ticchettio “ta ta ta” delle bacchette adoperate dagli indigeni per tatuare.
Gli antropologi distinguono tra tatuaggi estetici, solitamente per nascondere rughe o difetti della pelle;
- Tatuaggi portafortuna o superstiziosi, per difendersi dal malocchio o tener lontani gli spiriti maligni;
- D’onore, come lo sfoggiare il numero dei nemici vinti in battaglia;
- Di possesso, eseguiti non solo sugli schiavi e il bestiame ma anche sulle mogli;
- Religiosi come quelli dei cristiani copti che si marchiano tuttora una croce sulla fronte; di ricordo, in memoria di un caro estinto.
Molto spesso le fasi importanti della vita di un individuo erano accompagnate da una cerimonia religiosa, in cui veniva sottoposto alla dolorosa iniziazione del tatuaggio per accedere a una nuova fase della vita sociale o sessuale.
Prima dell’invenzione dell’ ago elettrico farsi incidere la pelle non eratanto semplice e indolore: si utilizzavano stampi, aghi, ossa o conchiglie appuntite e martelletti per far penetrare il colore sotto pelle.
Presso le isole Samoa la cerimonia del tatuaggio maschile era una prova di coraggio per entrare nell’età adulta senza la quale un giovane non poteva sposarsi né tanto meno rivolgersi agli anziani, ma era considerato un paria a cui affidare solo compiti degradanti.
L’operazione durava cinque giorni: la parte tatuata andava dal giro vita alle ginocchia, genitali compresi, e a volte qualcuno poteva anche lasciarci le penne.
Si calcola che durante un tatuaggio la pelle venga punta tra le 50 e le 3000 volte al minuto, a seconda che sia fatto a mano o con l’apposita macchinetta.
Le statistiche dicono che il 15% degli adulti e il 30% dei più giovani hanno un tatuaggio. Negli Usa le percentuali salgono: 4 adulti su 10 ne hanno almeno uno.
Maud Stevens Wagner (1877 – Lawton, 30 gennaio 1961) è stata una circense statunitense, prima artista tatuatrice di sesso femminile conosciuta negli Stati Uniti.
Durante uno dei suoi viaggi conobbe Gus Wagner, un artista di tatuaggi alla Louisiana Purchase Exposition (Fiera Mondiale di St. Louis) .
Scambiò un appuntamento con lui per una lezione in tatuaggio, e molti anni dopo i due si sposarono.
Insieme ebbero una figlia, Lotteva, che iniziò a tatuare all’età di nove anni e diventò in seguito lei stessa una tatuatrice.
Come apprendista del marito, Wagner imparò a fare tatuaggi tradizionali “a mano”, nonostante l’invenzione della macchina del tatuaggio;
Insieme, i Wagner erano due degli ultimi artisti del tatuaggio a lavorare a mano, senza l’aiuto di moderne macchine.
Da Winston Churchill a Franklyn Delano Roosvelt, molti uomini di stato andavano fieri del proprio tatuaggio. Quello di Churchill per esempio era un’ancora, posto sull’avambraccio proprio come… braccio di ferro.
La funzione del tatuaggio non è stata sempre quella semplicemente decorativa: esso era un vero e proprio linguaggio, fatto di simboli e significati precisi, come quelli dei galeotti o dei marinai.
L’individuo con più tatuaggi al mondo?
Per il Guinness dei primati è l’australiano Lucky Diamond Rich, che negli anni si è sottoposto a oltre mille ore di sedute di tatuaggio.
Oggi il suo corpo è interamente coperto d’inchiostro.
Kimberly Smith nel 2005 si è fatta imprimere in fronte il nome di un casinò online per soldi.
È stata lei a lanciare la moda dei tatuaggi pubblicitari.
Il tatuaggio sui denti è l’ultimo trend giapponese
Lo speciale tatuaggio viene incollato sui denti tramite una colla speciale fatta asciugare tramite una luce led. Non è permanente perché è possibile rimuovere il tatuaggio anche dopo qualche giorno se si decidesse di cambiare completamente look.
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